Economia blu e sostenibilità, dalle alghe del Kenya alla charfiyah tunisina

Il progetto è ampio, è stato avviato nel 2021 e andrà avanti fino al 2024, riguarda tutte le regioni costiere del Kenya e nel suo insieme (con un finanziamento di 24 milioni di euro) vede gli interventi, oltre che di Aics, delle agenzie di cooperazione di Germania, Portogallo, Francia, di due agenzie dell’Onu – Un […]

Date:

17 Febbraio 2022

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Il progetto è ampio, è stato avviato nel 2021 e andrà avanti fino al 2024, riguarda tutte le regioni costiere del Kenya e nel suo insieme (con un finanziamento di 24 milioni di euro) vede gli interventi, oltre che di Aics, delle agenzie di cooperazione di Germania, Portogallo, Francia, di due agenzie dell’Onu – Un Habitat e Unep – e del Segretariato Jumuiya Ya Kaunti Za Pwani (Jkp), l’organismo che rappresenta le sei contee costiere del Kenya. L’ufficio Aics di Nairobi è responsabile per la componente di Go Blue destinata alla promozione della crescita economica e al rafforzamento delle filiere dell’economia blu.

Carlos Lopes, economista originario della Guinea Bissau in passato alla guida di Uneca e oggi alto rappresentante dell’Unione Africana per i negoziati con l’Europa, ha descritto molto bene le potenzialità del mondo blu africano, ovvero di un continente fatto di vasti laghi, fiumi e grandi oceani, con 38 dei suoi 54 Stati che hanno sbocco al mare, e alcune delle rotte commerciali più strategicamente rilevanti a livello mondiale che passano proprio al largo delle sue coste.

“In altre parole – ha scritto Lopes – abbiamo un’altra Africa sotto il mare”. La sfera marittima e acquatica è molto più di un semplice spazio economico; è una tessera essenziale del ricco mosaico geografico, sociale e culturale africano. Gli enormi vantaggi ricavabili dall’investire (o dal tornare a investire) nelle aree marine e acquatiche, secondo Lopes, potrebbero spostare l’ago della bilancia continentale da sfruttamento illegale e degrado verso un modello di sviluppo “azzurro” a beneficio dell’Africa di oggi e di domani.

L’economia blu africana, se ben gestita, può divenire una fonte primaria di benessere e spingere con forza le fortune del continente.
Questo è d’altra parte il tasto che vuole spingere Go Blue promuovendo lo sviluppo della filiera della pesca artigianale (ma anche quello della manioca) con interventi a sostegno delle organizzazioni comunitarie che gestiscono la pesca sul piano locale (le Beach Management Units, Bmu), dei piccoli pescatori e delle piccole e medie imprese. Azioni che si concretizzano con attività di formazione condotte da Ciheam Bari, la fornitura di attrezzature ed equipaggiamenti, la costruzione di infrastrutture per la pesca.
Meritano una menzione la fornitura di refrigeratori che i pescatori usano per conservare il pescato una volta catturato e il progetto per introdurre un innovativo sistema di certificazione qualitativa che garantirà il rispetto di più elevati standard nella gestione della pesca…. continua a leggere

Ultimo aggiornamento: 16/10/2023, 16:25

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